L’acqua come metafora della realtà
“La forma dell’acqua” è il romanzo di Camilleri in cui per la prima volta viene presentata l’iconica figura del Commissario Montalbano, e ci introduce anche ad un concetto estremamente affascinante: l’acqua, per sua natura, non ha forma propria, ma si adatta a quella del contenitore che la ospita.
La natura adattabile del liquido è di fatto metafora di una realtà che, a seconda dei contesti, dei punti di osservazione o degli interessi individuali diventa interpretabile, fluida e spesso manipolabile.
Il sapore dell’acqua: realtà o percezione?
Se la realtà quindi è interpretabile e plasmabile, lo è anche la nostra percezione sensoriale? Possiamo affermare che l’acqua, pur senza forma, abbia un sapore?”
Tradizionalmente ci è stato insegnato che l’acqua è incolore, inodore e insapore. Ma sarà proprio vero?
Di fatto non è esattamente così.
Il ruolo della composizione e dei trattamenti
Nonostante la chimica ci insegni che l’acqua pura è priva di sapore, sappiamo che il gusto dell’acqua può variare sensibilmente a seconda della fonte dalla quale viene attinta. A fare la differenza sono i sali minerali, che possono conferire all’acqua note dolciastre, amarognole, più secche o rotonde rendendo più piacevole un’acqua rispetto a un’altra.
Anche i trattamenti possono alterare il gusto dell’acqua: utilizzare cloro per garantirne la sicurezza microbiologica comporta però la disponibilità di un’acqua dal retrogusto metallico e chimico, poco piacevole da assumere; l’acqua di un addolcitore risulterà invece essere più dolce al palato, morbida e scivolosa al tatto. L’osmosi inversa invece, eliminando la maggior parte delle impurità presenti, produrrà un’acqua estremamente leggera, spesso definita “piatta” da chi la consuma.
Cultura e psicologia del gusto
La percezione del sapore dell’acqua non dipende solo da fattori chimici e fisici; domandiamoci quindi se esiste anche una componente culturale o psicologica. La risposta è sì in entrambi i casi.
Abitudini regionali e sociali
La cultura gioca un ruolo fondamentale nel nostro rapporto con l’acqua, influenzando abitudini e preferenze: in alcune regioni italiane si beve solo acqua minerale in bottiglia (soprattutto al sud, poiché percepita come più sicura), mentre al nord si utilizza maggiormente quella di rubinetto (grazie ad una fiducia ormai consolidata nella qualità dell’acquedotto pubblico).
Tali abitudini possono variare a seconda di condizioni ambientali, di tradizioni locali e di preferenze radicate. Anche il modo in cui l’acqua viene percepita socialmente cambia: pensiamo alle acque termali giapponesi, le cui acque con proprietà benefiche sono parte integrante di una vera e propria cultura del benessere; oppure all’acqua del Gange, in India, considerata come sacra e quindi dalla forte valenza spirituale.
Il peso dei ricordi e della temperatura
La psicologia influenza il rapporto che abbiamo con l’acqua: la nostra memoria gustativa infatti ci spinge a ricercare sapori familiari, legando il gusto dell’acqua a ricordi ed esperienze personali. Il nostro cervello associa i sapori ai momenti vissuti e tende a preferire determinate acque rispetto ad altre. Anche la temperatura dell’acqua gioca un ruolo decisivo: l’acqua fresca è associata a momenti di leggerezza, mentre l’acqua tiepida seppur priva di difetti organolettici risulta meno apprezzata.
L’acqua come prodotto emozionale
Anche il marketing svolge un ruolo fondamentale: privata della sua funzione base di idratazione, l’acqua diventa un prodotto emozionale, legata a messaggi che enfatizzano un’idea di esclusività e lusso, facendo percepire alcune acque come superiori, anche se le differenze organolettiche sono in realtà minime. Ecco che prende vita il marketing esperienziale, che non si limita a vendere un prodotto, ma definisce e crea un’esperienza: l’acqua diventa metafora di rinnovamento e freschezza.
Proprio come nel romanzo di Camilleri, l’acqua è un elemento che si adatta e cambia a seconda delle circostanze. Il suo sapore, apparentemente semplice e neutro, è in realtà il risultato di una combinazione di fattori chimici, fisici, culturali e sensoriali. Forma e sapore si modellano in base alle condizioni, rendendo l’acqua meno anonima di quanto sembri.


